venerdì 9 marzo 2012






Il motore a 2 tempi
   Data la semplicità costruttiva, tutti sono portati a credere di conoscere tutto o quasi su questi motori, ma in verità sono pochi quelli che li conoscono a fondo. Il loro funzionamento, nonché i problemi di messa a punto, sono talmente lontani dai motori a 4 tempi, che sono poche le analogie che si possono fare tra questi due mondi.

Particolarità costruttive


   Prendendo a riferimento un motore a 4 tempi, diverse sono le particolarità che lo contraddistinguono:
  • manca completamente il complesso della distribuzione (albero a camme, valvole, bilancieri, ecc.), che viene sostituito dalle cosiddette 'luci' o meglio feritoie ricavate sul cilindro, le quali vengono aperte/chiuse dal moto alternativo del pistone.
  • per ogni cilindro esiste un proprio carter del manovellismo (o carter pompa), che deve essere a perfettamente a tenuta e indipendente dagli altri.
  • salvo casi particolari, non esiste un impianto vero e proprio di lubrificazione, ma la stessa avviene per lavaggio e a perdere, in quanto l'olio viene immesso in/direttamente sul collettore di aspirazione e pertanto accompagna la miscela di carburante in tutte le sue fasi.
  • mentre nel motore a 4 tempi abbiamo una fase attiva ogni due giri dell'albero motore, nel 2 tempi si ha una fase attiva ogni giro.

Ciclo teorico (fasi controllate dal pistone)

Aspirazione
   Nella corsa di salita, il pistone determina una depressione nel carter, la quale richiama la miscela (aria/benzina) dalla 'luce' 'A' per tutto il periodo per il quale rimane scoperta dal pistone
Precompressione/Travaso
   Nella fase di discesa, dopo l'occlusione della luce di 'A', il pistone crea una pressione nel carter che determina il successivo travaso della miscela nel momento che si apre la luce di travaso 'T'
Compressione
   Durante la risalita, dopo la chiusura delle luci 'T' e 'S', avviene la vera compressione, che raggiunge il massimo nel punto massimo superiore o meglio, allo scoccare della scintilla sulla candela.
Espansione (fase attiva)
   A seguito dell'innesco della miscela avviene l'espansione dei gas (non lo scoppio, non è un cannone), e successiva onda di pressione che tramite l'insieme pistone/manovellismo si trasforma in moto rotatorio sull'albero motore.
Scarico
   Durante la discesa nell'istante che viene scoperta la luce di scarico 'S', termina diciamo la fase espansione ed inizia quella di scarico. Sfruttando ancora l'energia dei gas, gli stessi vengono espulsi dalla camera di combustione verso l'esterno.

Considerazioni

   Come è possibile notare, da questa breve descrizione, rispetto ad un motore a quattro tempi, dove le fasi sono ben definite, qui abbiamo un vero accavallamento: la fase di aspirazione è contrapposta alla compressione, il travaso all'espansione ecc.
Dato che abbiamo una fase attiva per ogni giro dell'albero motore, si potrebbe dedurre di poter ricavare una potenza specifica doppia rispetto a quella ottenuta da un analogo motore con ciclo a 4 tempi.
Le cose purtroppo non sono così semplici, anzi i problemi di rendimento che pone questo motore sono notevoli, tanto da limitare considerevolmente la sua potenza utile.
Vero tallone di Achille, il famoso incrocio tra la miscela e i gas di scarico. In tale situazione, come è ovvio immaginare, una parte dei gas di scarico rimane nella camera e parte della miscela fresca (in arrivo dai travasi) fuoriesce dallo scarico.


   Senza contare il problema legato (almeno per questa tipologia) alla cosidetta simmetria della distribuzione delle fasi di aspirazione e scarico. Come è possibile notare nell'esempio sopraesposto, la fasatura imposta dalle luci di aspirazione e scarico è per così dire ruotata di 90° rispetto alle relative fasi teoriche, inoltre l'inizio e la fine delle rispettive fasi risulta simmetrico rispetto al piano orizzontale. Non è possibile ottimizzare l'angolo di anticipo dell'inizio, senza penalizzarne la fine.

Tipologie dei motori

   Nel corso dello sviluppo di questo motore, i costruttori si sono adoperati alla meglio per ottimizzarne le prestazioni dello schema sopraesposto, con varie soluzioni più o meno efficienti, arrivando ai giorni nostri ad uniformarsi in ulteriori due tipologie che si differenziano per il tipo di aspirazione adottato: a disco rotante e a valvole lamellari.
Valvola rotante:
In questa tipologia, il collettore di aspirazione è direttamente connesso al carter pompa e pertanto la fase di aspirazione viene controllata dalla cosiddetta 'valvola rotante'. In pratica tale valvola assume la forma di un disco solidale all'albero motore, che con un opportuno profilo controlla la fase di aspirazione. Nella tavola sottostante, tale disco è stato ricavato direttamente in una semimanovella dell'albero motore (vedi motori Piaggio: Ciao, Vespa, ecc.), altri costruttori hanno adottato tecniche alternative più o meno efficienti, ma che rispettano lo stesso principio.

E' indubbio che tale tipologia di distribuzione permette un controllo pressoché completo dell'aspirazione. Il progettista è libero di scegliere l'angolo di apertura e chiusura più ottimale, senza essere vincolato al cosiddetto diagramma simmetrico.

LA STRADA E LE REGOLE


La strada
Educazione stradale
La strada è l'area del suolo pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali.
La strada, l'automobilista ed il veicolo sono le principali componenti della "sicurezza stradale".
La sua conformazione è varia e dipende da numerose variabili, quali lo stato dei luoghi attraversati, la tecnica di costruzione, il tipo di traffico cui è destinata.
Sofisticati mezzi tecnici hanno permesso di vincere sia ostacoli naturali, mediante infrastrutture quali ponti e gallerie, sia di costruire strade più sicure, con pavimentazioni in grado di migliorare l'aderenza dei pneumatici, barriere capaci di contenere l'urto di veicoli pesanti, ed altro.
Insieme alle tecniche di progettazione e costituzione sono stati predisposti strumenti tecnici e normativi finalizzati a garantire un "uso" corretto e sicuro della strada. I primi sono costituiti dalla segnaletica stradale che impone o consiglia l'utente su come regolare la propria condotta di guida; i secondi sono costituiti dalle norme che disciplinano la circolazione stradale, in cui sono fissati i comportamenti, le condotte di guida e le sanzioni in caso di violazioni.

L'articolo 2 del C.d.S. classifica la strada in:
a) autostrada
b) strada extraurbana principale
c) strada extraurbana secondaria
d) strada urbana di scorrimento
e) strada urbana di quartiere
f) strada locale
g) Itinerari ciclopedonali
Le strade possono essere ancora distinte in statali, regionali, provinciali e comunali.
Alcuni consigli per chi guida
Rispettate i limiti di velocità e tenete una condotta di guida adeguata alla strada (tipo e andamento), alle condizioni atmosferiche e di luce, alle possibilità tecniche della vostra auto. Mostrate maggiore cautela nei centri abitati ed in prossimità degli stessi.
Rispettate le distanze di sicurezza dagli altri veicoli.
Effettuate il sorpasso soltanto nei casi di completa visibilità e se la manovra non costituisce pericolo o intralcio per gli altri utenti. Il conducente che viene sorpassato deve sempre agevolare la manovra senza provocare intralci.
Rispettate le norme di precedenza. Rallentate sempre agli incroci, anche se vi spetta la precedenza.
Davanti alle strisce pedonali rallentate e date la precedenza ai pedoni.
Non sostate con l'auto in prossimità di curve. In condizioni di scarsa visibilità non fermatevi senza aver azionato prima gli opportuni segnali luminosi.
Di notte guidate con particolare prudenza in prossimità degli incroci, soprattutto quando i semafori non sono funzionanti.
Prima di intraprendere un lungo viaggio prestate attenzione alle informazioni trasmesse per radio.
In caso di incidente prestate immediatamente il vostro aiuto e segnalate il sinistro alle Autorità competenti (Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia Municipale), ma se verificate la presenza di soccorritori non fermatevi a curiosare, rischiereste di ostacolare o di rallentare l'intervento delle squadre di soccorso.
In caso di nebbia, la cosa più importante è essere notati. Anche di giorno, accendete gli anabbaglianti, le luci posteriori antinebbia e, se il veicolo ne è dotato, i fendinebbia. Ricordate che non sempre accendere gli abbaglianti aiuta la visibilità, anzi può essere dannoso.
In caso di sosta di emergenza a lato della carreggiata, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, è opportuno che tutti gli occupanti escano dal veicolo e si dispongano al di là del guard-rail.
E' sempre preferibile fermarsi per parlare al cellulare, anche se durante la guida è consentito l'uso di apparecchi a viva voce o auricolari purché:
il conducente abbia adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie;
gli stessi apparecchi non richiedano per il loro funzionamento l'uso delle mani.

Il ciclomotore

Educazione stradale


Il ciclomotore
I ciclomotori sono veicoli a motore a due o tre ruote con motore di cilindrata non superiore a 50 cm cubici, se termico, e capacità di sviluppare su strada orizzontale una velocità fino a 45 km/h (art. 52 c.d.s.).
Per costruzione devono avere (art. 74 c.d.s.):
un contrassegno di identificazione, solidamente fissato al veicolo stesso. Il contrassegno permette di risalire all'intestatario responsabile della circolazione ed è pertanto strettamente legato alla persona: perciò non segue il veicolo; una targhetta di identificazione impressa sul telaio; tale numero deve essere riprodotto in modo tale da non poter essere cancellato o alterato.
ll ciclomotore si può guidare a quattordici anni al conseguimento di certificato di idoneità alla guida (art. 116 c.d.s.)

COSA NON DOVETE FARE ...
 impennare, visto che con una ruota soltanto è facile perdere l'equilibrio;
utilizzare l'auricolare o le cuffiette per ascoltare la musica a tutto volume, perché rischiate di restare isolati dall'ambiente che vi circonda, i cui rumori, invece, possono esservi da aiuto per prevenire situazioni di emergenza; "zigzagare" nel traffico ed affiancarvi sulla destra dei veicoli (a causa del punto morto di visuale che impedisce al conducente di vedere chi gli si affianca a destra fino a che non lo ha quasi superato); distrarvi o essere imprudenti nella guida;
omettere di segnalare gli spostamenti, anche se limitati a cambi di corsia (attenzione quando svoltate a sinistra); truccare il motore per renderlo più veloce. Tra le tante conseguenze una dovrebbe farvi ragionare più delle altre: l'assicurazione non copre i danni se provocati da un "veicolo" diverso, per caratteristiche, da quello assicurato.

CONSIGLI UTILI 
Non correte, nel rispetto vostro e degli altri.
Mantenete sempre, da chi vi precede, una distanza di sicurezza tale da consentirvi di evitare eventuali tamponamenti. In questi casi va sempre considerato il cosiddetto "SPAZIO DI REAZIONE". In cosa consiste è presto detto: è lo spazio percorso dal motorino nel tempo che il guidatore reagisce al pericolo (viene anche definito "percorso al buio", durante il quale il veicolo continua nel suo procedere, ovviamente alla velocità che fino ad allora il guidatore gli aveva impresso) ed è esemplificato con la formula V*T, dove V è la velocità espressa in m/s e T è il tempo espresso in secondi per ora.
Per quanto attiene alla velocità, ricordiamo che, al massimo, potete viaggiare a 45 Km/h. Tanto per darvi un'idea dei danni che un'elevata velocità comporta, vi basti questo semplice esempio: un urto a 50 Km/h su un ostacolo fisso crea gli stessi danni di una caduta libera dal 3° piano di una casa e l'urto a 130 Km/h equivale ad una caduta dal 22° piano. Chi si lancerebbe, volontariamente e senza paracadute, dal 22° piano o anche soltanto dal 3° piano?
Per finire, il consiglio più importante: "fatevi vedere". Una delle scuse più comuni che i conducenti investitori adducono in loro difesa è quella di non aver visto il ciclomotorista. Per prevenire casi del genere è raccomandato l'uso, soprattutto fuori città, di giubbotti colorati e di accessori rifrangenti, oltre il corretto funzionamento delle luci del veicolo.